13 gennaio / 28 aprile 2025
|Spazio Gloria
I Lunedì del Cinema 2025
13 gennaio / 28 aprile 2025
Luogo & data
13 gennaio / 28 aprile 2025
Spazio Gloria, Via Varesina, 72, 22100 Como CO, Italia
Di cosa si tratta
I Lunedì del Cinema 2025
13 gennaio - 28 aprile 2025
13 gennaio
HEY JOE di Claudio Giovannesi
20 gennaio
LA STORIA DEL FRANK E DELLA NINA di Paola Randi (Regista in collegamento)
27 gennaio - Giornata della Memoria
SIMONE VEIL – LA DONNA DEL SECOLO di Olivier Dahan
3 febbraio
ANYWHERE ANYTIME di Milad Tangshir (Regista in sala)
10 febbraio
THE BEAST di Bertrand Bonello
17 febbraio
MAKING OF di Cédric Kahn
24 febbraio
AMERIKATSI di Michael A. Goorjian
3 marzo
MEGALOPOLIS di Francis Ford Coppola
10 marzo
DO NOT EXPECT TOO MUCH FROM THE END OF THE WORLD di Radu Jude (Versione originale sottotitolata)
17 marzo
ARMAND di Halfdan Ullmann Tøndel
24 marzo
GOODBYE JULIA di Mohamed Kordofani
31 marzo
ALL WE IMAGINE AS LIGHT – AMORE A MUMBAI di Payal Kapadiya
7 aprile
NON DIRMI CHE HAI PAURA di Yasemin Samdereli
14 aprile
ANORA di Sean Baker
28 aprile
IL SEME DEL FICO SACRO di Mohammad Rasoulof
Spazio Gloria / Via Varesina 72 a Como
Inizio film ore 21
Ingressi: intero € 8 - ridotto € 6 (under 20, over 65, disabili)
Abbonamento al ciclo (15 film) € 60
Le proiezioni sono riservate ai soci Arci
Il programma potrebbe subire delle variazioni indipendenti dalla volontà dell’organizzatore
13 gennaio ore 21:00
HEY JOE di Claudio Giovannesi
con James Franco, Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini, Aniello Arena
ITALIA 2024, durata 117 minuti.
New Jersey, Stati Uniti. Dean Barry, un veterano americano che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale, ritorna in Italia, a Napoli, all’inizio degli anni ‘70, per conoscere suo figlio. Dean vorrebbe recuperare venticinque anni di assenza, ma suo figlio ormai è un uomo, è cresciuto nella malavita, è stato adottato da un boss del contrabbando e non ha nessun interesse per il padre americano.
Note di Claudio Giovannesi
Hey Joe è un film sulle conseguenze della guerra, sul rapporto tra Stati Uniti e Italia raccontato attraverso la relazione tra un padre e un figlio. E’ una storia realmente accaduta, diventata leggenda nei Quartieri Spagnoli di Napoli: un veterano americano, che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale, torna a Napoli all’inizio degli anni 70 per riprendersi il figlio, ma scopre che fa il contrabbandiere ed ha vissuto con un altro padre, che è un boss della malavita. Padre e figlio sono entrambi conseguenza della guerra. Questo li accomuna. La guerra, in ogni epoca, colpisce di più chi la subisce, piuttosto che chi la fa: le donne, i figli, quelli che devono sopravvivere e trovare una possibilità di futuro dalle macerie del passato.
Claudio Giovannesi
Diplomato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, ha diretto diversi cortometraggi e documentari prima di girare il suo lungometraggio d’esordio, La casa sulle nuvole (2008, di cui ha curato anche la colonna sonora). Un anno più tardi ha presentato al Festival internazionale del film di Roma il documentario Fratelli d’Italia, uno spaccato sull’Italia delle seconde generazioni molto apprezzato dalla critica. Ormai piuttosto noto, nel 2012 si è aggiudicato il Premio speciale della giuria al Festival di Roma con Alì ha gli occhi azzurri. Tra le sue opere più recenti si segnalano le pellicole Wolf (2013), Fiore (2016), Gomorra (2016), La paranza dei bambini (2019, vincitrice dell'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura al Festival di Berlino) e Hey Joe (2024).
20 gennaio ore 21:00
LA STORIA DEL FRANK E DELLA NINA di Paola Randi / La regista presenta il film in collegamento
con Gabriele Monti, Ludovica Nasti, Samuele Teneggi
ITALIA 2024, durata 89 minuti.
La storia ce la racconta Gollum, solo che la deve scrivere sui muri perché lui non parla: è il custode di quelle parole che non gli escono dalla gola e che scrive sui palazzi, come se la città fosse un grande amplificatore. Il Frank ha smesso di esistere da un paio d’anni, ma per campare vende compiti fuori dalle scuole. Aspetta di avere diciott’anni per prendere il treno e andarsene via. Il Frank interpreta la realtà in modo così potente da convincerci tutti. Solo che poi incontra la Nina. La Nina è ambiziosa e concreta, ma ha dato retta agli adulti e si ritrova nei guai. E adesso la vita, come la vuole lei, è solo dentro alle immagini che scatta.
Note di Paola Randi
Questa storia nasce dal desiderio di raccontare la mia città. Milano è una città discreta, nel senso che è “dentro”, dentro i palazzi, dentro i cortili, nascosta nelle case, nei quartieri che sembrano vuoti, silenziosi, ma che, ad uno sguardo più approfondito, nascondono mille voci: storie di vite, di speranze, di persone. Lavoratori, piccolo borghesi, riders, emigranti, operai, anche ladri o disperati, tutti a condividere un sogno nascosto nella nebbia delle sere d’inverno, sussurrato dentro i pensieri dei pendolari alla stazione o sui tram e nelle metropolitane, che per sentirlo ci vogliono gli angeli di Wenders emigrati direttamente da Berlino. De Sica ce l’aveva disegnata così, magica, miracolosa. Volevo raccontare oggi Milano come una città romantica, di avventura, di futuro.
Paola Randi
Nasce a Milano, si laurea in Giurisprudenza e parallelamente studia arte, musica e teatro. Lavora con sua madre per ONG internazionali per il sostegno delle donne nell’economia, fonda con amici e dirige, la rivista TTR, che dal 1996 al 2000 dà il nome a un festival internazionale di teatro di ricerca. Dal 2003 si trasferisce a Roma e si dedica esclusivamente al cinema. Ha scritto e diretto lungometraggi, corti, documentari, video sperimentali, di animazione e serie. Il suo primo film “Into Paradiso”, presentato al Festival di Venezia, riceve numerosi riconoscimenti tra i quali
Miglior Film al Festival Bimbi Belli di Nanni Moretti e quattro nomination ai David di Donatello. (Miglior Regista Esordiente ed EffeU Speciali, Scenografia e Musiche). Ha vinto il Nastro d'Argento per il miglior soggetto con Il suo secondo film, "Tito e gli alieni”. Ha diretto per Netflix la serie “Luna Nera” e la serie “Zero”.
27 gennaio ore 21:00 - Giornata della Memoria
SIMONE VEIL – LA DONNA DEL SECOLO di Olivier Dahan
Simone, le voyage du siècle
Elsa Zylberstein, Rebecca Marder, Élodie Bouchez, Judith Chemla.
FRANCIA 2021, durata 140 minuti.
Il destino di Simone Veil, la sua infanzia, le sue battaglie politiche, le sue tragedie. Da Auschwitz ai vertici della politica europea, il ritratto epico e intimo di una donna dal percorso straordinario che ha attraversato e plasmato la sua epoca diffondendo un messaggio umanista che rimane ancora oggi di un'attualità ardente. Magistrata e prima presidente donna del Consiglio Superiore della Magistratura Simone Veil diventa una statista negli anni Settanta, prima come Ministro della salute, fautrice della depenalizzazione dell’aborto in Francia, e in seguito come europarlamentare e prima donna presidente del Parlamento europeo dal 1978 al 1982. La sua vita privata e la sua grande eredità ideale e civile sono uno specchio emblematico della nostra storia europea.
Note di Olivier Dahan
Come per tutti i francesi della mia generazione, è qualcuno che abbiamo avuto l'abitudine di vedere in televisione attraverso alcuni discorsi significativi. E come tutti, non conoscevo bene la sua vita, il suo lavoro di magistrata e anche quello politico. La figura di mio padre, che era un militante antirazzista ed è scampato agli arresti tedeschi, mi ha senza dubbio ispirato. Sono cresciuto in un ambiente familiare dove queste questioni erano molto concrete. Simone Veil, la donna del secolo è prima di tutto un film sulla trasmissione della storia. Gli ultimi 15 minuti del film sono la sintesi di ciò che volevo dire con questo film e la vera ragione per cui ho cercato di farlo.
Olivier Dahan
Olivier Dahan dà avvio alla sua carriera con sette cortometraggi dal 1988 al 1997, oltre a diverse esposizioni d'arte e numerosi videoclip per artisti come IAM, MC Solaar, The Cranberries e Zucchero. Nel 1994, dirige il suo primo lungometraggio, Frères, selezionato al Festival di Berlino, e nel 1997 porta al cinema Déjà mort, un dramma sulla gioventù di Nizza. Dopo un cambio di registro con Le Petit Poucet (2001), torna al dramma con La Vie promise (2002), seguito da Les Rivières pourpres 2 (2004). Nel 2004, Dahan sviluppa l'idea di un film su Edith Piaf, che diventa realtà due anni dopo con La Môme, vincitore di numerosi premi, tra cui l'Oscar per Marion Cotillard. Successivamente, dirige My Own Love Song (2010) e il musical Mozart, l'opéra rock (2009-2011). Nel 2012, Dahan si cimenta nella commedia con Les Seigneurs, seguito nel 2014 da un’altra biografia, Grace de Monaco, con Nicole Kidman nel ruolo della Principessa. Dopo otto anni di assenza, nel 2022 dirige Simone, le voyage du siècle.
3 febbraio ore 21:00
ANYWHERE ANYTIME di Milad Tangshir / Il regista presenterà il film al pubblico
con Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota, Max Liotta
ITALIA 2024, durata 85 minuti.
Issa è un giovane immigrato clandestino che a Torino cerca di sopravvivere come può. Licenziato dal suo vecchio datore di lavoro, grazie a un amico inizia a fare il rider. Ma l’equilibrio appena conquistato crolla quando, durante una consegna, gli viene rubata la bicicletta appena comprata. Issa intraprende così un’odissea disperata per le strade della città, per ritrovare la sua bici.
Note di Milad Tangshir
“Anywhere Anytime” esplora il senso di paura e l'ansia costante di chi, come il protagonista del film, vive ai margini, nelle crepe della società: una vita invisibile, una delle tante che ogni giorno incrociamo su un marciapiede o all'angolo di una strada. Una condizione di estrema vulnerabilità, in cui anche una semplice bicicletta può fare la differenza tra sopravvivere o non farcela.
Milad Tangshir
Milad Tangshir è nato nel 1983 a Teheran, negli anni 2000 pubblica tre album con il gruppo rock iraniano Ahoora, per poi trasferirsi dal 2011 in Italia. Dopo la laurea realizza cortometraggi e documentari selezionati, e spesso premiati, nei festival italiani e internazionali, tra cui The Celebration, Displaced, 13 Seconds, Star Stuff. Nel 2019 presenta il doc di realtà virtuale VR Free alla Mostra di Venezia e al Sundance Film Festival. Anywhere Anytime è il suo primo lungometraggio di finzione, selezionato alla 39. Settimana Internazionale della Critica.
10 febbraio ore 21:00
THE BEAST di Bertrand Bonello
La bête
con Léa Seydoux, George MacKay, Guslagie Malanga, Dasha Nekrasova
FRANCIA, CANADA 2023, durata 145 minuti.
In un futuro prossimo in cui l’intelligenza artificiale regna suprema, le emozioni umane sono bandite. Per liberarsene e purificare il proprio DNA, Gabrielle accetta di sottoporsi a una procedura che la porta a rivivere le sue vite passate. Tutte sono accomunate da due costanti: l’incontro con Louis, l’amore della sua vita, e una sorta di premonizione, il timore continuo di un’imminente catastrofe, una minaccia che attende di colpire come una bestia in agguato nella giungla. Il maestro Bertrand Bonello rilegge Henry James in un’opera visionaria, potente e contemporanea, una storia d’amore che trascende passato, presente e futuro con Léa Seydoux e George Mackay.
Note di Bertrand Bonello
Dal presente del film. Dal 2044. Il film è quasi una distopia. Dico quasi perché, giorno dopo giorno, ho l’impressione che ci stiamo avvicinando alle considerazioni che fa emergere. Volevo che il futuro fosse abbastanza vicino perché lo spettatore lo trovasse immaginabile. Che potesse quasi toccarlo con la punta delle dita e proiettarsi in esso. Il film può essere riassunto in maniera molto semplice. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale ha risolto tutti i problemi dell’umanità assumendo il potere, una donna intelligente deve scegliere fra trovare un lavoro interessante o mantenere i suoi affetti. E quindi potenzialmente vivere l’amore dei suoi sogni.
Bertrand Bonello
Bertrand Bonello nasce a Nizza nel 1968. Alterna la musica al cinema. Il suo primo lungometraggio, Quelque chose d'organique (1998), è presentato al Festival di Berlino (Panorama). Le pornographe (2001), con Jean-Pierre Léaud, viene invitato alla Settimana della Critica di Cannes e vince il premio FIPRESCI. Nel 2003, Tiresia è selezionato in Concorso al Festival di Cannes. Alla Quinzaine des Réalisateurs viene presentato De la guerre nel 2008. L'Apollonide - Souvenirs de la maison close (2011) è in Concorso al Festival di Cannes e riceve otto nomination ai César. Saint Laurent (2014), anch'esso in Concorso a Cannes, rappresenta la Francia agli Oscar e riceve dieci nomination ai César. Continua regolarmente a dirigere cortometraggi e video musicali. Nocturama, il suo settimo lungometraggio, esce nel 2016. Nel 2019, la Quinzaine des Réalisateurs seleziona Zombi Child. Coma è presentato in concorso alla Berlinale 2022 nella selezione Encounters e premiato con il premio FIPRESCI.
17 febbraio ore 21:00
MAKING OF di Cédric Kahn
con Denis Podalydès, Jonathan Cohen, Stefan Crepon, Souheila Yacoub
FRANCIA 2023, durata 119 minuti
Simon, stimato regista di film di denuncia sociale, è al lavoro sulla sua nuova opera, la storia di un gruppo di lavoratori che cercano di impedire la delocalizzazione della loro fabbrica. Ma le riprese si rivelano una vera e propria corsa a ostacoli, tra produttori che tentano di forzare un happy ending, finanziatori irraggiungibili, un attore primadonna che genera più problemi che soluzioni e una troupe sull’orlo dell’ammutinamento. Ne scaturisce una serie di peripezie tragicomiche fedelmente documentate da Joseph, comparsa e aspirante regista, a cui è stato affidato su due piedi il delicato compito di girare il dietro le quinte di questo (forse) inevitabile disastro. Il risultato sarà la prova che a volte il making of di un film può essere più interessante del film stesso. E che spesso l’arte e la vita sono praticamente la stessa cosa.
Note di Cédric Kahn
Era da molto tempo che volevo parlare di cinema. È un ambiente che ho avuto l’opportunità e il tempo di osservare e ho notato varie situazioni un po’ folli che nascono in nome della creazione. In realtà è iniziato molto presto, quando ero stagista. E quello che pensavo quando avevo 20 anni, lo penso ancora oggi: sono sempre le stesse cose a urtarmi e a stupirmi. In questo senso, Making of è un vecchio progetto, perché era da molto tempo che volevo proporre la mia versione di questo ambiente. Non è un film sul cinema come oggetto d'arte o di fantasia, ma sul cinema come lavoro. Per me questa distinzione è molto importante. E molte delle cose che dico in questo film si applicano sicuramente anche ad altri contesti. Il cinema è un microcosmo sociale come tutti gli altri e i rapporti di classe che vi operano all’interno sono simili.
Cédric Kahn
Cédric Kahn ha iniziato come apprendista montatore del film Sotto il sole di Satana di Maurice Pialat. Il suo primo lungometraggio in anteprima al Festival Premiers Plans, I bar dei binari, è stato selezionato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Ha vinto il premio Jean Vigo con il film Trop de Bonheur e il Premio LouisDelluc con La noia nel 1998. Nel 2001 è entrato in concorso al Festival di Cannes con Roberto Succo, poi ha girato Luci nella notte con Carole Bouquet e Jean-Pierre Darroussin, che è stato presentato nella selezione ufficiale della Berlinale. Nel 2014 ha vinto il Premio speciale della giuria al Festival di San Sebastiàn per il suo film Vie Sauvage con Mathieu Kassovitz e nel 2018 il suo attore protagonista ha vinto l'Orso d'argento per il miglior attore alla Berlinale per La prière. Nel 2019 è uscito Fête de Famille con Catherine Deneuve ed Emmanuelle Bercot. Nel 2023 Il caso Goldman con Arieh Worthalter e Arthur Harari ha aperto la Quinzaine des Cinéastes.
24 febbraio ore 21:00
AMERIKATSI di Michael A. Goorjian
con Charlie Michael Goorjian, Tigran Hovik Keuchkerian, Sona Nelli Uvarova, Dmitry Mikhail Trukhin, Ruzan Narine Grigoryan
Armenia, 2023, durata 115 minuti
Da ragazzo, Charlie era scappato al genocidio Armeno nascondendosi clandestinamente in un camion diretto negli Stati Uniti. La sua famiglia non era stata così fortunata. Nel 1948 Charlie rimpatria in Armenia, dove viene accolto dalla dura realtà del Comunismo Sovietico nel periodo staliniano. L’anima armena è soffocata dalla cortina di ferro e dopo poco Charlie viene assurdamente arrestato per il solo fatto di indossare una cravatta. Da una finestrella dentro la sua cella può osservare l’appartamento vicino. La coppia che ci abita, Tigran e Ruzan, diventano per Charlie l’unica e salvifica connessione con il mondo. Appena può, Charlie li osserva mentre cenano, ridono, piangono, cantano, danzano, vivono. Guardarli nella loro vita quotidiana gli permette di scoprire la cultura armena, di cui era sempre stato ignaro.
Note di Michael A. Goorjian
Di solito i film sull’Armenia si concentrano su quell’evento cruciale che è stato il Genocidio ma in realtà è limitante raccontare la cultura e la vita di un paese intero limitandosi a quel capitolo tragico. Musica, cibo, passione, generosità, amore per la vita. Amerikatsi celebra tutto questo e racconta al mondo aspetti e sfaccettature dell’Armenia, che sin dalla mia giovinezza avevo desiderio di scoprire e riconnettermi. Il sogno di Charlie di tornare nel suo paese natio non riflette soltanto il sogno di molti che hanno fatto parte della diaspora armena, ma rappresenta il sogno di milioni di persone nel mondo che hanno un legame forte e ancestrale con il loro paese nativo.
Michael A. Goorjian
Attore, sceneggiatore e regista di origini armene, nato e cresciuto a San Francisco. Vincitore di un Emmy Award come Miglior Attore Non Protagonista per David’s Mother, ha recitato in film e serie tv di successo quali Party of Five e SLC Punk. Ha recitato al fianco di Robert de Niro nella serie HBO The Wizard of Lies e in molte altre (Lie to me, Alias, CSI). Come attore teatrale, Michael ha vinto premi importanti come il L.A. Weekly Theatre Award come miglior attore per Modigliani. Come regista, ha debuttato con il lungometraggio Illusion, dove hanno recitato la leggenda Kirk Douglas e il protagonista di Breaking Bad Bryan Cranston. Ha inoltre pubblicato il suo primo romanzo nel 2016, What Lies Beyond the Star.
3 marzo ore 21:00
MEGALOPOLIS di Francis Ford Coppola
con Adam Driver, Giancarlo Esposito, Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jon Voight, Laurence Fishburne
USA 2024, durata 138 minuti
Un artista geniale con il potere di fermare il tempo combatte contro un sindaco ultraconservatore per salvare il mondo morente e ispirare speranza. Megalopolis è un’epopea romana ambientata in un’America moderna e immaginaria. La città di New Rome sta cambiando, causando aspri conflitti tra Cesar Catilina, geniale artista che cerca di proiettarsi in un futuro utopico e idealistico, e la sua nemesi, il sindaco Franklyn Cicerone, reazionario e legato a uno status quo regressivo, avido e corrotto. Tra i due si inserisce Julia, la figlia del sindaco che, essendo innamorata di Cesar Catilina, si trova a dover scegliere in chi riporre la propria lealtà e a chiedersi cosa merita, davvero, l’umanità.
Note di Francis Ford Coppola
Megalopolis è nato nella mia testa e nell'America di 40 anni fa. All'epoca pensai alla Roma repubblicana che, anche solo architettonicamente parlando, nel mio Paese è ovunque. Col passare del tempo sono arrivato all'idea di raccontare un'epopea romana in un’America post moderna e immaginaria. Partendo da un'altra origine classica: la Congiura di Catilina del 63 AC. Ho sempre voluto mescolare sogni e desideri, mitologia e storia, filosofia e realtà. Alla base di Megalopolis ci sono decenni di mie ricerche. Ho raccolto saggi, vignette, fotografie, appunti storici… È tutto in un fascicolo. Adesso quel tutto è diventato un film. Che ho completamente prodotto da solo, vendendo parte dei miei vigneti.
Francis Ford Coppola
È considerato uno dei più grandi registi della storia del cinema. Ha contribuito in maniera determinante alla nascita della Nuova Hollywood, consacrandosi come autore di prestigio grazie alla realizzazione di pellicole come la trilogia de Il padrino, La conversazione, Apocalypse Now e Dracula di Bram Stoker. È uno dei dieci cineasti insigniti sia dell'Oscar alla migliore sceneggiatura originale che di quello alla migliore sceneggiatura non originale. Coppola trionfò nella prima categoria nel 1971 grazie a Patton, generale d'acciaio, e nella seconda alle edizioni del 1973 e del 1975, grazie a Il padrino e Il padrino - Parte II. Per quest'ultimo ottenne anche il riconoscimento come miglior regista e il premio al miglior film. Nel 2011 gli fu assegnata la sesta statuetta, il Premio alla memoria Irving G. Thalberg. Ha, inoltre, vinto 6 Golden Globe, 3 David di Donatello, 2 Palme d'oro, 1 premio BAFTA, e il Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica nell'edizione del 1992.
10 marzo
DO NOT EXPECT TOO MUCH FROM THE END OF THE WORLD di Radu Jude (V.O. con sottotitoli in italiano)
Nu astepta prea mult de la sfârsitul lumii
Premio Speciale della Giuria all’edizione 2023 del Festival di Locarno
con Ilinca Manolache, Ovidiu Pîrsan, Nina Hoss, Dorina Lazar, Uwe Boll
Romania, Croazia, Francia, Lussemburgo 2023, durata 163 minuti
Angela è un’assistente di produzione impegnata nella ricerca di persone che hanno subito gravi infortuni sul posto di lavoro da intervistare per un documentario commissionato da una multinazionale con il pretesto di sensibilizzare i propri dipendenti sull’argomento. Sempre in macchina su e giù per Bucarest, divisa senza sosta tra interviste, riunioni e social network, deve anche affrontare l’intenzione di un’azienda edile di voler appropriarsi del terreno del cimitero in cui è sepolta sua nonna per costruire un condominio di lusso. Sullo sfondo, la nuova Romania post totalitaria divisa tra tecnologia e capitalismo e le loro idiosincrasie.
Note di Radu Jude
Do Not Expect Too Much From The End Of The World (il titolo cita un aforisma dello scrittore polacco Stanislaw Jerzy Lec) è un film frammentario – in parte commedia, in parte film di montaggio, in parte road movie, in parte film di inquadrature costruite – sul lavoro, lo sfruttamento, la morte e la nuova gig economy. Allo stesso tempo è un film che affronta la questione stessa della produzione delle immagini. Tutto questo a un livello di superficie, come si suol dire, ed è ciò che il film vuole essere: un film di superfici, un film senza profondità. Ed è un film che, per struttura e messa in scena, è ancora più amatoriale dei miei ultimi film. Ma questo non dovrebbe essere un problema, Rivette non ha forse elogiato Rossellini scrivendo: «I film di Rossellini sono diventati sempre più evidentemente film amatoriali»?
Radu Jude
Radu Jude (nato nel 1977) è un regista e sceneggiatore rumeno. La sua opera prima, Cea mai fericita fata din lume (The Happiest Girl in The World, 2009), è stata selezionata in oltre 50 festival internazionali e numerosi altri suoi film, fra cui Aferim! (2015), Îmi este indiferent daca în istorie vom intra ca barbari (I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians, 2018) e Uppercase Print (2020), sono stati premiati in tutto il mondo. Nel 2021 Sesso sfortunato o follie porno ha vinto il primo premio alla Berlinale mentre il suo lungometraggio più recente, Nu astepta prea mult de la sfârsitul lumii (Do Not Expect Too Much from the End of the World, 2023), ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Locarno Film Festival.
17 marzo ore 21:00
ARMAND di Halfdan Ullmann Tøndel
Vincitore Camera D’Or Migliore Opera Prima al Festival di Cannes 2024
con Renate Reinsve, Ellen Dorrit Petersen, Endre Hellestveit, Thea Lambrechts Vaulen
Norvegia 2024, durata 100 minuti
Poco prima dell’inizio delle vacanze scolastiche, i genitori di Armand e Jon vengono convocati dalla dirigenza scolastica in seguito a un “fatto” avvenuto tra di loro. Nessuno però sembra in grado di spiegare cosa sia realmente accaduto. Si è trattato di gioco innocente tra due bambini di sei anni o di qualcosa di molto più serio? Le versioni dei due compagni non coincidono, le opinioni si contrappongono e le certezze degli adulti vacillano…
Note di Halfdan Ullmann Tøndel
Avevo sentito parlare di un insegnante che era andato in campeggio con la sua classe, bambini di sei anni. Due di loro stavano litigando e di colpo uno era diventato molto aggressivo e si era espresso con parole che non appartengono, in genere, a bambini di quell’età. Questo mi ha fatto riflettere, mi sono chiesto dove e come un bambino di quell’età poteva aver imparato certe parole. Ho iniziato a immaginare i suoi genitori e mi sono stupito di come riuscivo a fantasticare su queste persone senza conoscere nulla di loro, a parte le poche informazioni su quanto era stato detto e fatto. Anche io ho lavorato in una scuola elementare per molti anni e ho potuto constatare quanto i bambini assomiglino ai loro genitori, nel bene e nel male.
Halfdan Ullmann Tøndel
Halfdan Ullmann Tøndel, regista norvegese, esordisce con Armand, un’opera intensa che esplora i confini della moralità e della percezione. Formatosi alla Westerdals School of Arts, ha già conquistato riconoscimenti internazionali con i suoi cortometraggi Bird Hearts e Fanny. Con Armand, vincitore della Caméra d’Or a Cannes, Tøndel si afferma come una delle voci più originali del cinema contemporaneo, offrendo uno sguardo profondo e provocatorio sulla società e sulle relazioni umane.
24 marzo ore 21:00
GOODBYE JULIA di Mohamed Kordofani
Prix de la Liberté al Festival di Cannes 2024
con Siran Riak, Eiman Yousif, Nazar Goma, Ger Duany, Issraa El-Kogali
Sudan, 2023, durata 120 minuti
2005, Khartoum, nel nord del Sudan. Mona è una donna musulmana che vive una vita agiata dopo aver abbandonato la carriera di cantante per volere del marito Akram. All'opposto, Julia è invece cristiana e vende pane per strada, aiutando come può il marito Santino e il figlioletto Daniel. I destini delle due donne si legano in modo indissolubile in seguito a un piccolo incidente dalle conseguenze catastrofiche che coinvolge anche la famiglia di Julia, e che per Mona vorrà dire fare i conti con il senso di colpa e con il segreto.
Note di Mohamed Kordofani
La mia intenzione era quella di denunciare la precarietà del Sudan, in Nord Africa, perché è un problema persistente che si ripete. Ne soffriamo ancora con regioni come quelle povere, come nei Monti della Luna. Quindi, bisogna fare qualcosa. Non do per scontato che farò un film e poi magicamente cambierà qualcosa. Ma posso contribuire al cambiamento raccontando la mia storia, perché il film si ispira molto alla mia storia personale. Se racconto la mia storia, sono sicuro che altre persone troveranno delle somiglianze. E magari si accorgeranno di avere dei pensieri che devono rivedere e cambiare.
Mohamed Kordofani
È un regista e sceneggiatore sudanese, che vive in Bahrein e ha lavorato come ingegnere aeronautico. È diventato noto a livello internazionale per il suo primo lungometraggio Goodbye Julia nel 2023. È stato il primo film sudanese mai presentato al Festival di Cannes.
31 marzo ore 21:00
ALL WE IMAGINE AS LIGHT – AMORE A MUMBAI di Payal Kapadiya
con Kani Kusruti, Divya Prabha, Chhaya Kadam, Hridhu Haroon, Azees Nedumangad.
India 2024, durata 110 minuti
Prabha è un’infermiera nel reparto ginecologico di un caotico ospedale di Mumbai. Tramite un matrimonio combinato ha sposato senza conoscerlo un uomo che subito dopo si è trasferito in Germania, senza farsi praticamente più sentire. La donna divide un microappartamento con un’infermiera più giovane, Anu, che è innamorata di Shiaz, un ragazzo musulmano inaccettabile agli occhi della sua famiglia. La terza protagonista è la città di Mumbai, metropoli sovraffollata “costruita dalle mani della povera gente” che annulla le singole individualità e dove il lusso sfrenato è riservato a pochi privilegiati.
Note di Payal Kapadiya
Quando furono chiusi i cotonifici, nati grazie ai soldi pubblici, gli operai furono completamente abbandonati, mentre invece i terreni con fabbriche e abitazioni avrebbero dovuto essere assegnati agli operai e alle loro famiglie, invece di andare a ricchi finanzieri per costruire complessi residenziali. Furono le donne a reagire e il film è una rielaborazione di quegli eventi. Per me, essendo appartenente a una casta e a una classe privilegiate, essere donna non è un problema. Ma tutto cambia per le altre caste e classi. In India l’amore, e i sentimenti in generale, sono una questione politica.
Payal Kapadiya
Payal Kapadia è un regista e artista con sede a Mumbai. Ha studiato regia cinematografica al Film & Television Institute of India. Il suo acclamato cortometraggio Afternoon Clouds è stato l’unica selezione ufficiale dell’India al Festival di Cannes 2017, nella sezione Cinefondation. Il suo cortometraggio sperimentale And what was the Summer Saying è stato presentato in anteprima mondiale al Festival Internazionale del Cinema di Berlino (2018). Ha ricevuto inoltre il Premio Speciale della Giuria all'International Documentary Film Festival di Amsterdam IDFA (2018) e il Pramod Pati Best Experimental Film Prize al Mumbai International Film festival (2020).
7 aprile ore 21:00
NON DIRMI CHE HAI PAURA di Yasemin Samdereli
Samia
con llham Mohamed Osman, Riyan Roble, Fathia Mohamed Absie, Amina Omar.
Italia, Germania, Belgio 2024, durata 102 minuti
Samia è una bambina somala con il sogno di diventare la donna più veloce del suo paese. Ci riuscirà, grazie al sostegno di suo padre e del suo amico allenatore Ali, arrivando fino alle Olimpiadi di Pechino 2008. Nulla però sarà semplice, Samia dovrà lottare contro un Paese tormentato da fanatismo religioso e dalla guerriglia, e scoprirà che attraversare l'Europa purtroppo è un'impresa, per molti, impossibile.
Note di Yasemin Samdereli
Quando amate e credete in qualcosa si vede da quanto tempo siete disposti a lottare per essa. Quanto si è disposti a sacrificare per realizzarla. “Non dirmi che hai paura” è stato il mio progetto del cuore per più di sei anni. Non c'è progetto in cui io creda di più e non c'è storia di cui mi sia innamorata così tanto, come quella dell'atleta somala Samia Yusuf Omar. La storia è tratta dal romanzo “Non dirmi che hai paura” di Giuseppe Catozzella. Abbiamo affrontato grandi sfide nella trasformazione in sceneggiatura, perché era chiaro che il film in quanto tale doveva ovviamente rendere giustizia all'arte visiva. Volevamo mostrare di cosa fosse capace questa giovane donna e perché gli islamisti la temessero e la combattessero così tanto.
Yasemin Samdereli
Yasemin nasce a Dortmund, in Germania, il 15 luglio 1973. Si diploma all'Università di Cinema e Televisione di Monaco e inizia la carriera come autrice e regista di prodotti eterogenei, spaziando dal cinema alla TV, alle serie e ai documentari e agli audiolibri.
14 aprile ore 21:00
ANORA di Sean Baker
Palma d’Oro al Festival di Cannes 2024
con Mikey Madison, Mark Eydelshteyn, Yuriy Borisov, Karren Karagulian.
USA 2024, durata 138 minuti
Anora, una giovane lavoratrice del sesso di Brooklyn, si imbatte nella possibilità di vivere la fiaba di Cenerentola, dopo aver incontrato e sposato, senza grandi dubbi, il figlio di un oligarca. Una volta che la notizia arriva in Russia, l’esperienza da sogno è minacciata dall’arrivo a New York dei suoceri, intenzionati a far annullare il matrimonio.
Note di Sean Baker
Era da un po' che volevo trovare una storia per Karren Karagulian. Sapevo di voler raccontare la comunità russofona dell’area di Brighton Beach e Coney Island, a cui Karren è molto legato. Così è nata questa storia che abbiamo sviluppato nel corso di un anno. Sapevo di voler inserire l’invasione degli spazi nel cuore del film, così la sceneggiatura è stata costruita ruotando attorno a questi elementi. Il lavoro vero è stato capire come arrivarci e poi come risolverla.
Sean Baker
Sean Baker è un autore, regista, produttore e montatore pluripremiato, che nel corso degli ultimi due decenni ha realizzato otto lungometraggi indipendenti. Prima di Anora, il più recente, Red Rocket (2021) è stato presentato in anteprima in concorso al Festival del Cinema di Cannes. Il film precedente, Un Sogno Chiamato Florida - The Florida Project (2017) è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes dove ha riscosso un grande successo fra critica e pubblico. Tangerine (2015), è stato presentato al Sundance Film Festival e ha vinto un Independent Spirit e due Gotham Awards. Starlet (2012) ha ottenuto il Robert Altman Independent Spirit Award e i suoi due precedenti lungometraggi, Take Out (2004) e Prince of Broadway (2008), sono entrambi stati nominati per il John Cassavetes Independent Spirit Award.
28 aprile
IL SEME DEL FICO SACRO di Mohammad Rasoulof
Premio della Giuria al Festival di Cannes 2024
The Seed of the Sacred Fig
con Soheila Golestani, Missagh Zareh, Mahsa Rostami, Setareh Malek, Niousha Akhshi
Iran 2024, durata 168 minuti
Iman è stato promosso giudice istruttore presso il tribunale rivoluzionario di Teheran quando un movimento di protesta popolare inizia a scuotere il Paese. Le figlie sostengono il movimento, mentre la moglie cerca di accontentare entrambe le parti.
Note di Mohammad Rasoulof
Per anni mi sono chiesto: "Chi è che fa funzionare il sistema giudiziario [iraniano? Che tipo di persone sono? Cosa pensano? Quali sono le loro motivazioni? Per che cosa vivono esattamente? Poi venendo io stesso interrogato, finendo più volte in tribunale e poi in prigione, ho avuto l'opportunità di osservare questa gente da vicino e provare a trovare una risposta alla mia domanda. Questo film parla delle risposte che ho trovato e del tipo di persone che ho potuto osservare.
Mohammad Rasoulof
È un regista indipendente iraniano che ha diretto diversi film vincitori di premi. Ha ottenuto il Prix de la Mise en Scéne nella sezione Un Certain Regard a Cannes per Goodbye (2011), il primo premio Un Certain Regard per A Man of Integrity (2017) e l'Orso d'oro alla Berlinale per There Is No Evil (2020). I film di Rasoulof sono spesso critici nei confronti del regime iraniano e nel 2024 le autorità iraniane lo hanno condannato a otto anni di carcere, alla fustigazione, a una multa e alla confisca dei suoi beni. È riuscito a fuggire dal paese, in parte a piedi.